Pir al traino delle mid cap, ma gli storni frenano i rendimenti
Si festeggiano i primi compleanni dei Pir. Sono fondi nati per incentivare l’investimento a lungo termine, dunque trarre conclusioni definitive sull’iniziativa sarebbe prematuro. Però fare un punto della situazione può tornare utile.
Finora, solo una fettina del patrimonio dei primi dieci Pir per dimensione è convogliato alle micro aziende quotate all’Aim (meno del 5% secondo i dati di Morningstar) e circa il 15% è andato alle piccole di Piazza Affari. Viceversa, metà del capitale è affluito alle società di media dimensione (che capitalizzano in media oltre 800 milioni di euro). Certo, la destinazione degli investimenti dipende anche dalla disponibilità di «carta». Proprio per questo, allora, c’è da chiedersi se i Pir rispondano al loro principio ispiratore che è avvicinare nuove aziende al mercato dei capitali. «Per i gestori si tratta anche di prudenza – aggiunge Rocco Probo, analista di Consultique – perché andare su mercati meno liquidi espone il fondo a maggiori rischi». Senza dubbio la scelta di società che garantiscono scambi più facili e una minore oscillazione dei prezzi va a difesa dei sottoscrittori dei Pir. Un rischio che non dovrebbe essere sottovalutato, però, è l’«ipercomprato» - come dicono i tecnici - perché l’indice Ftse Italy Mid Cap l’anno scorso si è già apprezzato del 32%, anche grazie ai flussi dei Pir.
Una seconda considerazione (parziale) riguarda proprio i risultati. Il prodotto che si è avvicinato di più alla performance del Ftse Italy Mid Cap è Zenit Pianeta Italia, che segna +31% dal varo a metà febbraio 2017. Tra i fondi partiti dopo brillano Anima Iniziativa Italia (+24%) e Fondersel Pmi (+18%) attivi entrambi da aprile e Arca Economia Reale Equity (+13%) collocato a maggio. Ma pure alcuni fondi bilanciati sono saliti molto, soprattutto i più aggressivi (Eurizon Progetto Italia 70 ha reso il 12% dal febbraio scorso, il più moderato Ubi Pramerica Mito 50 ha reso quasi il 10% da aprile). Il 2018, tuttavia, si presenta meno facile e lo storno recente di azioni e obbligazioni fa comparire tra i Pir qualche performance negativa da inizio gennaio. Il beneficio fiscale sui potenziali guadagni accordato dai Pir non servirebbe a consolare il risparmiatore; a maggior ragione se i costi (cfr.tabella in pagina) non sono agevolati per chi mantiene investiti i risparmi per 5 anni, ma in linea con i prodotti similari.