Per il presidente di Nafop, la nomina nel direttivo Ocf, è una svolta per i consulenti autonomi
Cesare Armellini, presidente Nafop, la sigla a cui fanno riferimento i consulenti finanziari autonomi, è raggiante per la fresca nomina nel consiglio direttivo, il "salotto buono" di Ocf.
Armellini, dopo un limbo normativo durato 10 anni i consulenti finanziari ex indipendenti e ora autonomi hanno trovato riconoscimento in Ocf prima con la sezione loro dedicata e ora con la sua persona che entra a far parte del direttivo dell’Organismo. Cosa prova? L’intero mercato dei servizi finanziari si trova a una svolta epocale:soggetti indipendenti e slegati dal sistema bancario e distributivo sono rappresentati all’interno di un Organismo di vigilanza. Si tratta di un’opportunità unica, non solo per gli operatori del settore che hanno la possibilità di capitalizzare le esperienze e indirizzarle verso una nuova libera professione, ma soprattutto per le famiglie italiane che possono optare, come avviene in altri Paesi, per una consulenza senza conflitti di interesse volta alla pianificazione dei propri obiettivi finanziari e di vita.
La sezione dei consulenti autonomi è partita da poco ma le iscrizioni di professionisti sono ancora poche. Cosa può fare l’Ocf per favorire l’affermazione della categoria? Stiamo dando il nostro contributo per consentire all’Ocf direndere sempre più efficiente il percorso di iscrizione alle due nuove sezioni dell’Albo. Ricordo che la nostra professione fino a poco tempo fa era vietata e riservata solo agli storici advisor operativi da prima della Mifid. I numeri rappresentano solo la punta di un iceberg la cui crescita porterà in pochi anni a un’offerta di consulenza indipendente più capillare su tutto il territorio nazionale. C’è ancora da sciogliere il nodo degli iscritti d’ufficio all’Albo nella sezione degli ex-pf, che ancora oggi non possono switchare in quella degli autonomi. Abbiamo affrontato il tema con legislatore e autorità che ci hanno assicurato la risoluzione del problema nei prossimi mesi.
Quali sono in sintesi secondo lei i fattori che possono favorire una maggiore diffusione dei consulenti autonomi in Italia? La nostra istituzionalizzazione consente di individuare in modo semplice le figure indipendenti cui fare riferimento per le proprie scelte. La normativa comunitaria, imponendo maggiore trasparenza, favorirà lo sviluppo della consulenza fee only di pari passo con l’aumento della consapevolezza da parte della clientela. L’approccio “fee based” si sta diffondendo velocemente in tutto il mondo, come emerge da varie ricerche di settore. Per esempio secondo la Consob circa il 50% degli italiani è disposto a pagare per un servizio di advisory.