A livello globale, le principali società del settore utility si concentrano negli Stati Uniti e in Europa. Le due aziende più importanti negli Usa, NextEra Energy e Duke Energy, sono entrambe società di distribuzione energetica il cui business si sta spostando sempre più verso soluzioni legate all’energia rinnovabile, soprattutto da fonte solare.
La Duke Energy, in particolare, a settembre ha deciso di rinunciare ai propri piani d’investimento nel settore nucleare, per spostare sei miliardi di dollari su progetti legati a nuovi panelli solari e all’innovazione della rete elettrica. In Europa, le principali aziende sono l’italiana Enel e la spagnola Endesa, controllata dalla prima. In primavera, tra l’altro, le due società sono state oggetto di indiscrezioni di mercato, smentite immediatamente da Enel, che ipotizzavano una possibilità di cessione del controllo di Endesa a un gruppo di fondi di private equity.
L’investitore che ha come obiettivo quello di adottare un approccio più difensivo, o colui che si propone di avvantaggiarsi tatticamente dalla attuale situazione geopolitica e, di riflesso, sui mercati, ha 8 diversi Etf a disposizione su Borsa Italiana per poter accedere a quest’asset class (vedi tabella 1). Le differenze riguardano principalmente l’area geografica di riferimento, ma anche i relativi benchmark. Quattro Etf si espongono, infatti, a società europee, replicando due distinti indici, ovvero lo Stoxx Europe 600 Utilities e l’Msci Europe Utilities.
Le differenze tra i due indici sono minime: il primo offre una maggiore diversificazione, poiché dà accesso a 30 società, mentre il secondo investe su 21 componenti, anche se le nove società aggiuntive detengono ponderazioni molto contenute all’interno del benchmark.
Per ogni indice è possibile avere sia fondi a distribuzione (Lyxor Stoxx Europe 600 Utilities e Amundi Etf Msci Europe Utilities) sia fondi ad accumulazione (Spdr Msci Europe Utilities e db xtrackers Stoxx Europe 600 Utilities). Tutti gli Etf focalizzati sulle aziende europee sono a replica sintetica, escluso quello di SPDR che, invece, impiega la replica fisica.
Due degli strumenti presenti su Borsa Italiana, ovvero il Source Utilities S&P Us Select Sector Etf e lo Spdr S&P Us Utilities Select Sector Etf, danno accesso al comparto delle utility statunitense. L’unica differenza tra i due Etf sta nelle modalità di replica adottata: sintetica per il primo, fisica per il secondo. La stessa caratteristica differenzia i due fondi che replicano l’andamento del settore utility globale, ovvero il db x-trackers Msci World Utilities Etf (a replica fisica) e il Lyxor Msci World Utilities Tr Etf (a replica sintetica). Tutti questi Etf prevedono la capitalizza zione dei dividendi e l’esposizione al rischio di cambio.