Premesso che, come ricorda lei, per definire quale sia il prodotto finanziario più adeguato alle caratteristiche del singolo risparmiatore bisogna guardare, tra l’altro, al profilo di rischio, orizzonte temporale nonchè al portafoglio complessivo. E premesso anche che le polizze Vita unit o ramo I che siano possono anche avere degli scopi diversi dal mero investimento (impignorabilità, insequestrabilità, fuoriuscita dall’asse ereditario), e sono dunque un modo per realizzare la pianificazione successoria (ma non mi sembra il suo caso), nell’articolo precedente si faceva riferimento all’investimento in un fondo previdenziale. «Un piano pensionistico costituisce quella parte di capitale che il risparmiatore vuole accumulare nel tempo per conservarlo in maniera prudenziale –, precisano da Consultique –. Visto l’obiettivo, in quel caso specifico, avevamo suggerito di investire la somma in modo poco rischioso e quindi nel comparto obbligazionario, tramite una gestione separata». Per il loro funzionamento le gestioni separate si stanno rivelando molto più efficaci delle linee prudenti o garantite dei fondi pensione non assicurativi.
Soffermandoci sull’aspetto dell’efficienza, in genere si notano aspetti negativi soprattutto sui prodotti unit linked poiché, essendo fondi di fondi, sono caratterizzati da una duplicazione di costi (e spesso anche da una scarsa trasparenza quando si tratta di Oicr esteri) che porta a sottoperformare il benchmark di riferimento, a danno del risparmiatore. «Ipotizzando di replicare fedelmente attraverso Etf (strumenti a gestione passiva e basso costo) l’esposizione di una qualsiasi unit linked, il risparmio sarebbe significativo e l’effetto finale sarebbe un portafoglio investito allo stesso modo ma in modo molto più efficiente e in linea con il mercato», precisano da Consultique.
Ovviamente anche una polizza di Ramo I applica delle commissioni, ma in misura minore; il rendimento delle gestioni separate al netto dei costi risulta attualmente superiore rispetto a quello offerto sul mercato obbligazionario a parità di rischio, grazie alla particolarità di iscrivere i titoli a costo storico senza risentire del rialzo dei rendimenti. «Se in una futura fase di mercato con tassi in salita, tale strumento potrebbe diventare meno interessate, nell’attuale contesto risulta un buon investimento dove allocare buona parte della componente obbligazionaria, ottenendo la garanzia del capitale e un rendimento a fronte di un rischio medio basso». Anche in questo caso bisogna stare attenti ai costi e al rendimento della gestione separata.
Infine, dal punto di vista fiscale, le polizze unit offrono il vantaggio della compensazione tra plus e minus ma una tassazione prevalente del 26%, mentre per le polizze Ramo I essa si riduce mediamente tra il 17%- 20% (investono prevalentemente in titoli di stato tassati al 12,5%). Inoltre - a differenza delle polizza Ramo III e altri strumenti finanziari - non prevedono il pagamento dell’imposta di bollo.
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