We Wealth | Btp: Goldman e Moody's non pesano sullo spread

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Dopo gli avvertimenti di Goldman Sachs e Moody's non c'è stato grande movimento sui rendimenti del Btp

Anche se non sono mancate le premesse per nuovi dubbi nella mente degli investitori, lo spread Btp-bund ha chiuso la giornata di mercoledì (26 aprile) sui livelli di venerdì sera. Giorno in cui gli analisti di Goldman Sachs, in un passaggio di un loro report dedicato ai rendimenti obbligazionari fra Usa ed Europa, hanno raccomandato di assumere una posizione corta sui Btp decennali e di acquistare, al suo posto, l'equivalente titolo di Stato spagnolo. Il 25 aprile, poi, l'agenzia di rating Moody's ha avvertito sui rischi per la sostenibilità del debito italiano: attualmente, l'Italia è l'unico Paese il cui outlook si trovi in “negativo” con un rating Baa3, appena al di sopra della soglia speculativa. Basta un passo per oltrepassarla: se questo dovesse accadere i rendimenti richiesti dal mercato per finanziare il Paese salirebbero considerevolmente, rendendo via via più probabile il rischio insolvenza.

Il peso di un Pnrr implementato solo in parte
Sia Goldman Sachs sia Moody's hanno citato fra i punti problematici dell'Italia, le possibili revisioni al ribasso sulla crescita dovuta un'incompleta implementazione degli investimenti finanziati dal Pnrr/Next Generation Eu. Secondo la banca d'affari americana una buona parte dei problemi per il debito italiano, poi, deriverà dall'evoluzione della politica monetaria della Bce, che con il processo di quantitative tightening di fatto lascerà agli investitori privati una maggiore responsabilità nell'assorbimento del debito pubblico, con la possibilità che le richieste di rendimento possano aumentare – facendo lievitare lo spread. Secondo Goldman Sachs il differenziale Btp-bund arriverà a 235 punti base a fine 2023 – contro i 212 punti base di fine 2022 e i 190 punti base attuali. La preferenza per i Bonos, hanno spiegato gli analisti della banca, è dovuta alle migliori prospettive di crescita e ai migliori progressi su gli obiettivi co-finanziati dall'Unione europea.
Secondo le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale l'Italia crescerà dello 0,7% quest'anno e dello 0,8% nel 2024, contro l'1,5 e il 2% previsti per la Spagna. Attualmente, il titolo decennale italiano offre un rendimento del 4,28% contro il 3,44% dell'omologo titolo spagnolo e il 2,383% del bund tedesco.

"E' un dato di fatto che i rendimenti dei Bonos decennali sono più bassi di circa 80 punti base rispetto ai titoli di Stato italiani di pari scadenza, cosi come che i credit default swap (Cds), ovvero il costo dell’assicurazione contro un fallimento dell’emittente è maggiore per l’Italia rispetto per la Spagna. I mercati finanziari considerano, pertanto, più sicuro un prestito allo Stato spagnolo rispetto ad un prestito allo Stato italiano", ha commentato a We Wealth l'analista di Consultique Scf, Rocco Probo. "Da qui la conclusione che in un contesto di mercati finanziari complicato da maggiori incertezze sulla crescita e da un restringimento monetario, i titoli di Stato italiani potrebbero soffrire maggiormente", ha aggiunto.
"In parte questo fenomeno si è già apprezzato lo scorso anno, considerato l’allargamento dello spread tra titoli italiani e tedeschi, tuttavia si è trattato di un effetto comunque calmierato dallo strumento di lotta alla frammentazione del mercato dei titoli obbligazionari governativi messo in campo dalla Bce", altrimenti noto con l'acronimo Tpi. "E' giusto considerare quindi tutti gli elementi, comprese le differenze in termini di strumenti istituzionali esistenti per reagire ai molto probabili effetti del rialzo dei tassi".

Dopo aver optato per un aumento da 50 punti base, la Banca centrale europea dovrebbe alzare nuovamente i tassi nella riunione del prossimo 4 maggio: lo ha anticipato lo stesso capo economista Philip Lane in un'intervista a Le Monde. La previsione espressa da un sondaggio degli economisti realizzato da Bloomberg fra il 5 e il 13 aprile aveva indicato un picco del tasso dei depositi al 3,75% entro luglio – il che indicherebbe altri tre rialzi da un quarto di punto rispetto ai livelli attuali.

Piazza Affari, banche in affanno
Mentre, per il momento, i Btp non hanno risentito degli alert degli ultimi giorni, il settore bancario italiano è tornato a soffrire a Piazza Affari. Oltreoceano la trimestrale di First Republic, la banca regionale ritenuta più vulnerabile in seguito al caso Svb, ha confermato un drastico crollo nei depositi: se ne sono andati nel primo trimestre ben 102 miliardi di dollari sui 176 di fine dicembre. Notizia che ha dimezzato il valore di Borsa di un titolo già pesantemente ridimensionato dopo il fallimento di Svb e Signature. Il Ftse Italia banche, dopo aver recuperato quasi tutto l'impatto delle crisi emerse lo scorso marzo, è tornato a perdere quota questa settimana, tornando ai minimi dello scorso 11 aprile (-1,73% il 26 aprile). All'interno del Ftse Mib spiccano su tutti i ribassi di Bper Banca che ha ceduto oltre il 6,7%, Banco Bpm (-5,5%), Mps (-5,4%).
Secondo un focus degli analisti di Bloomberg sulle sei principali banche italiane il primo trimestre dovrebbe mostrare un crescita dei profitti decisa che arriverà al +20% nel complesso del 2023, anche se le condizioni di funding degli istituti si faranno più costose in seguito alla fine delle Tltro Bce.

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