We Wealth | Btp Più: quanto conviene e quale rendimento aspettarsi

Consultique
Consultique

We Wealth | Btp Più: quanto conviene e quale rendimento aspettarsi

We Wealth | Btp Più: quanto conviene e quale rendimento aspettarsi

Giovedì 23 gennaio - We Wealth

Btp Più: quanto conviene e quale rendimento aspettarsi

Il Btp Più somiglia al Btp Valore ma offre una finestra di uscita anticipata a capitale garantito dopo quattro anni: quando può servire.

Il Tesoro apre le danze delle emissioni per i piccoli risparmiatori nel 2025, con quello che sarà l’erede dichiarato del Btp Valore: si chiama Btp Più e, rispetto all’ultima emissione di Btp Valore del maggio 2024, promette alcune caratteristiche aggiuntive interessanti per chi cerca flessibilità sul rimborso anticipato.

Il Btp Più, che sarà proposto al mercato fra il 17 e il 21 febbraio, avrà una durata complessiva di otto anni, più lunga rispetto ai sei anni dell’ultimo Btp Valore.
Le cedole saranno suddivise in due fasi: un primo tasso fisso per i primi quattro anni e un secondo tasso, superiore al primo, per il secondo quadriennio, secondo lo schema della cedola step-up.

La principale differenza rispetto al Btp Valore è che sarà possibile liquidare, dopo i primi quattro anni, il Btp in anticipo, mantenendo la certezza di rientrare in possesso di tutto il capitale investito inizialmente. Notificando alla banca o al proprio intermediario la facoltà di rimborso (nella finestra temporale che sarà indicata), il risparmiatore potrà riavere tutto o anche solo una parte del capitale investito, per lotti minimi di 1.000 euro, con rimborso alla pari (equivalente al prezzo di acquisto).

Questo elemento riduce decisamente la rischiosità del titolo: infatti, è vero che qualsiasi Btp può essere liquidato in qualsiasi momento sul mercato, ma ciò avviene al prezzo delle condizioni di mercato, con la possibilità di ricavare un profitto, ma anche il rischio di rimetterci se si è costretti a vendere nel momento meno favorevole. Con il Btp Più, dopo quattro anni, questa incertezza può essere neutralizzata, avendo la sicurezza di recuperare esattamente il capitale investito, se serve.

Quando può convenire il rimborso garantito del Btp Più
Di fatto, se fra quattro anni i tassi d’interesse italiani dovessero essere più alti di quelli attuali, esercitare l’opzione di riscatto anticipato “a capitale garantito” del Btp Più sarebbe un clamoroso affare: un normale Btp, in quel contesto, sarebbe venduto in perdita. Viceversa, se i tassi saranno scesi, sarà più conveniente vendere alle condizioni di mercato, che permettono di liquidare in anticipo il Btp con profitto. Quale dei due scenari sarà più probabile fra quattro anni? Per quanto sia un periodo abbastanza lungo per le previsioni, si può affermare che oggi il mercato prevede tassi più bassi rispetto a quelli attuali, ma non è una certezza. Di conseguenza, probabilmente non converrà esercitare il diritto di rimborso alla pari trascorso il quadriennio.

La possibilità di riscatto anticipato del Btp Più, tuttavia, sarà riservata solo agli investitori che lo acquisteranno in collocamento presso il Tesoro nei giorni dell’emissione, mantenendolo ininterrottamente, e non per chi dovesse comprare il titolo in seguito sul mercato.

Btp Più, quale rendimento aspettarsi
Quanto potrà rendere il Btp Più? L’esperienza delle precedenti emissioni del Btp Valore ormai offre una guida abbastanza chiara sulla condotta del Tesoro. Oggi [17 gennaio al momento di pubblicazione], un titolo di Stato italiano a otto anni offre un rendimento di mercato lordo del 3,41%. Se le condizioni dovessero essere le stesse anche fra un mese, quando il Btp Più andrà in collocamento, la media della prima fase delle cedole con la seconda dovrebbe atterrare attorno a questo rendimento, con un piccolo extra rendimento di uno 0,15-0,20%. Non sappiamo, però, se l’opzione di rimborso anticipato alla pari offerta dal Tesoro sarà bilanciata da una minore generosità sul fronte dei rendimenti – sarebbe legittimo aspettarselo, visto che si offre una leva in più per proteggersi da un aumento dei tassi d’interesse. Per il Tesoro sarebbe ragionevole “far pagare” agli investitori l’assicurazione del rimborso anticipato dopo quattro anni riducendo un po’ di rendimento complessivo rispetto a quello di un normale Btp Valore: verrebbe risparmiata una po’ di spesa per interessi offrendo un’assicurazione che, probabilmente, non sarà conveniente esercitare.

Chi dovesse già sospettare fortemente di voler riscattare il capitale dopo i primi quattro anni dovrà anche tenere conto di un altro confronto, quello con il rendimento di un normale Btp a quattro anni – che offre ovviamente il rimborso del capitale investito a scadenza. Al momento un titolo di Stato italiano a quattro anni rende il 2,8% annuo lordo: se la prima fase delle cedole del Btp Più fossero al di sotto di questo valore e si desiderasse con alta probabilità uscire dopo quattro anni, un normale Btp con questa scadenza sarebbe di fatto più conveniente.

Il dubbio sulle condizioni finali offerte dal Tesoro sulle cedole del Btp Più sarà sciolto solo il prossimo 14 febbraio.

Come per tutti i titoli di Stato, restano invariate per il Btp Più tutte le altre agevolazioni: la tassazione agevolata al 12,5%, l’esenzione dalle imposte di successione e la più recente esclusione dal calcolo Isee fino a 50.000 euro investiti in titoli di Stato (o titoli assimilati come i buoni fruttiferi).

Btp Più: il parere dei consulenti sul rimborso anticipato
Per approfondire meglio la convenienza del Btp Più mancano ancora gli elementi più importanti: a partire dalle cedole che saranno offerte nel primo e nel secondo quadriennio. In attesa di avere dati più concreti We Wealth ha raggiunto tre consulenti finanziari indipendenti, ecco la loro opinione sul Btp Più:

Andrea Carboni, HCinque Scf e presidente di AssoScf
Tutto dipende dal rendimento che sarà offerto. Se si ipotizza una cedola intorno al 3,5% per i primi quattro anni e poi qualcosa sopra al 4%, la richiesta per il Btp Più potrebbe essere elevata. Il rendimento offerto per il secondo quadriennio dovrebbe essere appetibile per evitare uscite alla fine dei primi 4 anni. Se i rendimenti fossero questi si avrebbe un ritorno medio intorno al 3,75% che è migliore del 3,65% offerto oggi dal decennale e comunque migliore anche nella prima parte, 3,5% contro 3% del 5 anni. La tassazione agevolata e l’assenza di commissioni sono altri elementi interessanti per la clientela retail e la possibilità di rimborso alla pari dopo 4 anni è un’altra opzione interessante nel caso di rialzi dei tassi.

Rocco Probo, analista di Consultique Scf.
L’opzione di rimborso sarà utile per l’investitore nel caso in cui, tra quattro anni, il prezzo dell’obbligazione scambiata sul mercato sarà inferiore a 100. Se così fosse un qualsiasi investitore potrebbe, ad esempio, chiedere il rimborso a 100 e riacquistare lo stesso titolo ad un prezzo inferiore a 100, di fatto incassando quello che a tutti gli effetti sarebbe equiparabile ad un premio fedeltà. Semplificando si può dire che il bond varrà meno di 100 se i tassi aumenteranno. Entrando un po’ più nel dettaglio, il bond quoterà sotto la pari se i tassi sui titoli di Stato italiani a quattro anni, tra quattro anni, saranno più alti del tasso cedolare che il Btp Più pagherà negli ultimi quattro anni di vita del prodotto. Tale informazione non è ancora nota (sarà pubblicata il 14 febbraio), tuttavia si può ipotizzare che, per ridurre la probabilità di rimborso da parte degli investitori, il livello del tasso cedolare negli ultimi quattro anni sarà fissato su un livello più elevato dell’attuale livello dei tassi attesi a quattro anni tra quattro anni (attualmente al 3,9%).

Ovviamente un rialzo dei tassi può avvenire sia per le dinamiche economiche e monetarie come recentemente osservato, sia per un incremento della percezione del rischio Italia e un conseguente allargamento dello spread con titoli di Stato della zona euro più sicuri. Da entrambi questi eventi il prodotto offre una forma di protezione, anche se non nel continuo (il rimborso non potrà essere esercitato in qualsiasi momento), ma solo alla scadenza prefissata dei quattro anni.

Barbara Maria Giani, responsabile area obbligazionaria di SoldiExpert Scf
Fermo restando il fatto che al momento l’opzione di rimborso non è stata corredata da eventuali condizioni e che dunque possiamo assumere che non ve ne siano, riteniamo che avere la possibilità di scegliere se farsi rimborsare nel 2029 o tenere il titolo per altri quattro anni sia un’ottima protezione da un eventuale rialzo importante dei rendimenti. Così come abbiamo evidenziato nel nostro blog di SoldiExpert Scf è un po’ come pescare a Monopoli la carta che ti fa uscire di prigione: la usi solo se ti serve. E quando ti serve? Nello specifico si rivelerà utile se i rendimenti saranno saliti molto rispetto a quelli garantiti dal nuovo titolo. Il sottoscrittore potrà infatti mollare il suo Btp Più e farsi rimborsare a 100 un titolo che magari sul mercato varrà 95 per comprarsi qualcosa di più remunerativo. Ipoteticamente, a meno che non vengano indicate limitazioni ad hoc, un risparmiatore potrebbe nel 2029 chiedere il rimborso a 100 del suo Btp Più e ricomprarlo poi sul mercato se fosse quotato a prezzi inferiori/molto inferiori. Rispetto dunque a questa novità del rimborso anticipato la nostra opinione quindi è favorevole e l’opzione call si rivela come protezione efficace soprattutto in caso di ampi rialzi dei rendimenti che si tradurranno in altrettanti cali del prezzo del titolo. Del resto ci si protegge contro l’evento infausto sperando che non accada e l’utilità dell’opzione si valuterà solo a posteriori ma avere una scelta è comunque un’opportunità.

In caso invece di rendimenti calanti e dunque di prezzi crescenti nessuno eserciterà l’opzione di rimborso perché se un risparmiatore avrà la necessità di rientrare del proprio investimento venderà direttamente il titolo sul mercato.

SCARICA L'ARTICOLO COMPLETO